Villa Bonin Maistrello

Villa Bonin Maistrello appartiene al ricco patrimonio artistico culturale costituito dalle ville venete.
Costruita su disegno di Ottone Calderari nel 1785, di matrice palladiana, la villa è stata recentemente restaurata da Mario Maistrello per ospitare riunioni culturali, convegni, matrimoni, cene di lavoro, meeting, concerti, mostre, sfilate.
Villa Bonin Maistrello è il luogo ideale per ricevere i propri invitati, dove la qualità nel gusto e l’ospitalità sono di casa.
Visita la pagina del ristorante “Le Tre Grazie” all’interno di Villa Bonin.

 

La Storia
Tra Vicenza e l’Olmo, esattamente a Ponte Alto, Lodovico Bonin si fece costruire su disegno di Ottone Calderari il suo « casino villereccio ».
Il Calderari aveva pensato di creare due prospetti perfettamente uguali: l’uno a nord, l’altro a sud. Soltanto quest’ultimo ebbe compimento secondo il suo progetto, con il pronao aggettante su alta scalea tra due settori pieni, e quindi riverberanti, solo trapunti dalle finestre del pianterreno, del piano rialzato e del sottotetto.
L’articolazione dell’episodio centrale è piuttosto forte, ché il pronao a quattro colonne joniche, sormontate da frontone triangolare, si continui nella lunga gradinata, cui son argine i due robusti poggi. Imponenti i fusti jonici, dal capitello e dalle basi molto curati; accurate le due finestre a frontoncino triangolare nelle due bianche pareti laterali; elegante la trabeazione dell’ordine, che, oltre l’innesto del pronao, si semplifica in un’alta fascia rigida sotto il cornicione sommitale, in cui si addizionano la cornice della trabeazione e il prolungamento della cornice dei lati obliqui del frontone, acquistando però dimensioni adeguate all’altezza dell’edificio.

Non è chi non veda come la « naturale » matrice di questa villa sia palladiana; e al Palladio il Calderari si ispirò anche per certi particolari, come l’arco nei voltatesta del pronao, una bella porta monumentale a cimasa orizzontale, è ingresso al piano rialzato. La pianta è estremamente semplice, le scale furono poi trasferite nella torretta addossata al fianco occidentale dell’edificio.